- L’ FBI chiude Megaupload: Hackers scatenati
Anonymous scatena il più grande attacco informatico della storia contro l’industria del Copyright
[20.01.2012] di GilGuySparks
NEW YORK – Il pugno di ferro dell’Fbi contro la pirateria digitale ha portato alla chiusura del sito Megaupload.com e Megavideo.com; Fbi e Dipartimento della Giustizia americana hanno inoltre arrestato il fondatore e altre tre persone.
Megaupload è uno dei più celebri e imponenti archivi di film, musica e software, mai pubblicati on line. Secondo l’accusa, l’attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai detentori del copyright.
Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono attualmente ricercate mentre altre due risultano sotto incriminazione. Kim Schmitz, in arte Kimble, in arte Kim Dotcom, fondatore di Megaupload arrestato ieri per ordine dell’Fbi rischia cinquant’anni di carcere. Il blitz dell’Fbi arriva a 24 ore dallo sciopero di internet per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione a Washington che porterà alla fine della libertà di espressione online.
L’offensiva degli hacker non si è fatta aspettare: con un messaggio su Twitter è stata annunciata l’operazione #OpMegaUpload, Anonymous ha reso irrangiungibili i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).
We Anonymous are launching our largest attack ever on government and music industry sites. Lulz. The FBI didn’t think they would get away with this did they? They should have expected us.
#OpMegaupload
The following sites were taken down in response to the FBI shutting down megaupload.com
🙂 TANGO DOWN
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justice.gov
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universalmusic.com
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riaa.org
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mpaa.org
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copyright.gov
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hadopi.fr
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wmg.com
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usdoj.gov
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bmi.com
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fbi.go
27.000 computer si sono uniti nell’operazione #OpMegaupload lanciata da Anonymous, mentre scrivo, i partecipanti stanno portando avanti un attacco DDOS che sta prendendo di mira i negozi online di Metro Goldwyn Mayer (MGM) e la Warner Bros Records, il motivo principale è quello di dimostrare loro che le vendite possono cadere a causa di altri motivi, non solo della pirateria.
Uno dei partecipanti, il danese Scout395, ha provveduto con l’invio di pacchetti di grandi dimensioni a siti web con lo strumento HOIC, ma altri sono stati istruiti da Anonymous all’utilizzo di LOIC o SLOWORIS. E’ stato chiesto a Scout395 se abbia paura di essere rintracciato, lui ha risposto che era stato, al proposito, istruito su come nascondere il proprio indirizzo IP utilizzando i servizi VPN.
La lotta contro Sopa, la legge antipirateria in discussione al Senato americano si è estesa su scala planetaria: i partecipanti agli attacchi informatici provengono da svariati paesi tra cui Danimarca, Portogallo, Spagna, Francia, Chile, Estonia, Norvegia, Svezia e Russia.
“Siamo Anonymous! Siamo legioni! Non Perdoniamo! Non dimentichiamo! Aspettateci!” – conclude ogni comunicato di Anonymous.
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mcc43 ha detto:
Mi aiuti a capire, per favore?
Partendo da qui: “che porterà alla fine della libertà di espressione online.”
Questa pubblicazione di opere coperte da copyright avveniva con o senza citazione del nome dell’autore? Voglio capire se è furto di proventi o anche furto del riconoscimento morale all’autore.
Dopo le tue risposte capirò come devo schierarmi 🙂
GilGuySparks ha detto:
S.O.P.A.
Lo Stop Online Piracy Act (SOPA), anche chiamato H.R. 3261, è una proposta di legge presentata il 26 ottobre 2011 alla Camera dei rappresentanti statunitense dal deputato repubblicano Lamar S. Smith, rappresentante del Distretto 21 del Texas, e da un gruppo di 12 sostenitori.
Lamar S. Smith, il deputato del parlamento degli Stati Uniti che ha sviluppato il disegno di legge H.R. 3261
La legge, qualora venisse approvata nella stesura proposta, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti; al momento (dicembre 2011) la legge è in discussione presso la commissione giustizia del Congresso degli Stati Uniti d’America.
La legge permetterebbe inoltre al Dipartimento di Giustizia e ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d’autore. A seconda del richiedente, le sanzioni potrebbero includere il divieto ai network pubblicitari o ai siti di gestione dei pagamenti (come, ad esempio, Paypal) d’intrattenere rapporti d’affari con il sito accusato delle infrazioni, il divieto ai motori di ricerca di mantenere attivi link verso il sito in questione e la richiesta agli Internet Service Provider di bloccare l’accesso al sito web.
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Sui server Megaupload e Megavideo passavano ogni tipo di file sia quelli coperti da copyright che quelli liberi; quando si diffonde un film o un album musicale coperto dal diritto d’autore l’infrazione consiste non nel non aver indicato il nome dell’autore ma nell’avvere diffuso un prodotto per cui non si sono pagate le royalties alle grandi multinazionali che detengono i diritti.
L’oscuramento dei siti Megaupload e Megavideo avviene mentre in contemporanea decine di migliaia di siti di file hosting svolgono efficacemente ciò che facevano quelli chiusi…siti come…
http://www.novamov.com/
https://www.rapidshare.com/
http://www.mediafire.com/
http://www.2shared.com/
http://uploading.com/
EnterUpload offre un servizio di file storage, con la possibilità di accedere ai propri dati caricati on line da qualunque computer; mette a disposizione dei tool per il download e l’upload dei file sul sito. Il limite per le dimensioni massime di ciascun file è di 250MB.
RapidShare è sicuramente tra i più conosciuti se non il più conosciuto di questi siti: offre la possibilità di caricare file ottenendo un link diretto da condividere. Il limite per le dimensioni massime di ciascun file è di 200MB.
4shared offre uno spazio gratuito in cui caricare i nostri documenti, file audio e video, foto ecc… Lo spazio offerto gratuitamente è di 10GB, perciò si tratta di fatto di un hard disk on line.
Sendspace permette di caricare file senza alcun limite di spazio, anche se la dimensione massima di ciascun file non deve superare i 300MB. L’accesso ai file caricati può essere limitato agli utenti che potremo scegliere. Registrandosi a Sendspace si potranno controllare le statistiche riguardo i download effettuati dei nostri file e cancellarli in pochi click.
FileFactory è un ottimo servizio di storage dati on line: i file caricati possono avere dimensioni massime di 1GB per file e il link a ciascun file caricato può essere facilmente condiviso via email, IM, sul nostro blog, su un forum, su Facebook, MySpace e Twitter. Con FileFactory è possibile tenere organizzati i file caricati in cartelle e soprattutto è permesso l’accesso via ftp, il che sveltisce e non poco i tempi per l’upload. Se sei in possesso di un sito o un blog, con FileFactory puoi creare una stazione radio da diffondere in streaming sul tuo sito, inserendo il codice del player e caricando i file mp3 da far ascoltare.
MediaFire è un altro dei più conosciuti tra questi siti: così come FileFactory, anche MediaFire permette una gestione semplice dei file caricati, che possono essere condivisi in pochi click.
Non ci sono limiti nello storage, mentre le dimensioni massime di ciascun file sono di 200MB.
FileDropper permette lo storage di file di dimensioni massime di 5GB e non integra inutili tempi di attesa per il download.
1FileSharing è un mirror, cioè un sito che permette di caricare i file sui maggiori siti di file hosting, senza effettuare l’upload sui propri server, ma direttamente su quello dei siti a cui fa riferimento; per ognuno di essi è messo a disposizione un link per il download da condividere via email o sul web.
FileDen è un servizio di file hosting che offre funzionalità diverse per utenti free basic e utenti premium a pagamento. Tra le features più interessanti segnaliamo la possibilità di ottenere link diretti ai file caricati senza tempi di attesa per il download, la possibilità di gestione dei file tramite la semplice interfaccia del file manager. L’account free permette di ottenere 1GB di spazio per l’archiviazione di file di dimensioni massime di 100MB. L’account premium innalza il limite delle dimensioni per file a 1GB e quello dello storage a 15GB.
Badongo
Badongo è uno dei siti che tra quelli di file hosting maggiormente si integra con i social network: offre infatti applicazioni per condividere i file su Facebook, Blogger, MySpace, via email, e IM. Oltre a questo offre naturalmente le funzionalità base di qualunque altro sito di file hosting.
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Pensare di bloccare la rete e la libera circolazione delle opere intellettuali fotografia, libri, film, musica è assolutamente irreale allo stato attuale…a meno di non trasformare la rete, già super controllata, in una Alcatraz virtuale…
Molti siti di file hosting hanno i server in paesi che non proibiscono il file sharing e sono al momento intoccabili dalle autorità americane…e quando le normative europee hanno cercato di frenare la condivisione di files protetti dal copyright sono nati come funghi siti che con la modica cifra di 5 euro al mese ti assicuravano, e lo fanno tuttora, anonimato e scaricamento veloce di ogni genere di file on line (è il caso tra gli altri di https://www.ipredator.se/?lang=en)
Potenzialmente non c’è sito che non infranga il copyright prendiamo il celebre yuotube.com che mette online film, musica, documentari, e dal quale vi è la possibilità di scaricare liberamente, e lo stesso si può dire di google video e di migliaia di altri siti simili…
Ma fatta una legge, la rete trova il modo di immunizzarsi costruendo vie alternative e sicure per lo scambio dei contenuti multimediali…
di fatto mio nonno che registrava tutte le puntate dei suoi sceneggiati preferiti su VHS e li prestava ai suoi amici era un fior di delinquente, un pirata ante litteram…
mcc43 ha detto:
Mi autodenuncio: ho copiato il film Route181 di Michel Khleifi e Eyal Sivan e me lo tengo ben caro. Sono sicura che quei due non protesterebbero.
Sì, impossibile da fare, c’è da chiedersi perchè ci provino.
Rischia anche Scribd, hanno protestato perchè la formulazione del divieto potrebbe colpire anche loro. Mi seccherebbe assai, è una grande risorsa per me
Sei stato chiarissimo ed esauriente, condivido il post ovunque posso, perchè credo siano in parecchi a non aver capito bene di cosa si tratta.
Thank you 🙂
antiglobb ha detto:
Prima mettono in galera chiunque sia solo sospettato di non essere succubo degli americani, lo torturano e lo condannano. Adesso, con la scusa della pirateria informatica, mettono in galera chi gestisce un sito in modo autonomo.
Il petrolio del mondo deve essere loro, le ricchezze dei popoli devono essere loro, gli Stati sovrani devono essere gestiti da loro, gli altri devono lavorare e loro hanno il diritto di godersi la vita, nessuno può pensare o agire liberamente, nessuno può esprimere le sue idee via web.
Questi sono la nuova inquisizione, ma adesso i cittadini del mondo sono capaci di difendersi e lo faranno, come stanno facendo in tutti i Paesi occidentali.
Hanno scatenato la guerra planetaria e subiranno la sconfitta planetaria, perché siamo 10.000 volte più numerosi e arrabbiati di loro.
Gli hackers dovrebbero scatenare la guerra economica ovunque. Quando lo faranno in Italia saranno i benvenuti.
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Ale ha detto:
http://www.ilgiornale.it/esteri/libia_citta_bani_walidnelle_mani_miliziani_lealisti/lealisti-muhammar_gheddafi-bani_walid/23-01-2012/articolo-id=568442-page=0-comments=1
GilGuySparks ha detto:
“Ci sono almeno quattro martiri tra i thuwar (rivoluzionari anti-Gaddafi ) e 20 sono feriti,” ha detto Mahmud Warfelli, portavoce del Consiglio locale di Bani Walid che proseguiva… l’attacco è stato lanciato da “un gruppo di rimanenti del vecchio regime,”.
Mahmud Warfelli chiedeva aiuto esterno contro un temuto “massacro”.
“Ci sono circa 100 e 150 uomini armati con armi pesanti che stanno attaccando. Abbiamo chiesto all’esercito di intervenire, ma il Ministero della difesa e del CNT (Consiglio nazionale di transizione) non hanno risposto in maniera pronta,” ha detto.
“Siamo fuori dalla padella nella brace. Noi abbiamo fatto attenzione negli ultimi due mesi,” ha detto.
Un altro funzionario locale, M’barek al-Fotmani, ha detto che gli assalitori avevano accerchiato la base degli ex ribelli che hanno contribuito a rovesciare Gheddafi lo scorso anno. http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/libya/9033135/Libya-Gaddafi-loyalists-capture-Bani-Walid.html
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Altre fonti fanno salire le vittime dello scontro a 5/6 per i ribelli. Bandiere sventolerebbero a Bani Walid…ma chi ha seguito il colpo di stato libico e le sue evoluzioni sa che le bandiere non dimostrano che si controlla un quartiere o addirittura una città.
Curioso che la notizia sia diffusa nei giorni che precedono il dispiegamento di circa 20.000 soldati statunitensi (12.000 sono solo quelli in attesa a Malta) a difesa di ciò che gli è sempre premuto di più…i pozzi di petrolio!
GilGuySparks ha detto:
http://www.anonyupload.com/
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