- False Flag
[13.01.2012] BY MARK PERRY (trad. di Levred per GilGuySparks)
Una serie di appunti della CIA descrive come agenti del Mossad israeliano, fingendosi spie americane, hanno proposto a membri dell’organizzazione terroristica Jundallah il reclutamento per combattere la loro guerra segreta contro l’Iran.
Sepolti negli archivi dei servizi americani di intelligence ci sono una serie di appunti, scritti durante gli ultimi anni di amministrazione del presidente George W. Bush, che descrivono come ufficiali israeliani del Mossad hanno reclutato operativi appartenenti al gruppo terroristico Jundallah, facendosi passare per agenti americani. Secondo i due funzionari dell’intelligence USA, gli israeliani, pieni di dollari americani e armati di passaporti degli Stati Uniti, in qualità di agenti della CIA hanno proposto a operativi di Jundallah di esser reclutati – quella che viene comunemente indicata come un’operazione “false flag”.
Gli appunti, come descritto dalle fonti, una delle quali li ha letti e un’altra è profondamente informata del caso, indagavano e smascheravano rapporti che dal 2007 e al 2008 accusavano la CIA, di sostenere segretamente sotto la direzione della Casa Bianca, Jundallah – un’organizzazione estremista sunnita con base in Pakistan. Jundallah, secondo il governo degli Stati Uniti e le relazioni pubblicate, è responsabile dell’assassinio di funzionari del governo iraniano e dell’uccisione di donne e bambini iraniani. Ma mentre gli appunti mostrano che gli Stati Uniti avevano impedito anche il contatto più accidentale con Jundallah, secondo entrambi gli ufficiali dei servizi segreti, lo stesso non era vero per il Mossad israeliano.
Gli appunti inoltre descrivono nel dettaglio i rapporti della CIA, dicendo che le attività di reclutamento di Israele si sono verificate sotto il naso di ufficiali dell’intelligence americana, in particolare a Londra, la capitale di uno dei presunti alleati di Israele, in cui gli agenti del Mossad, fingendosi agenti della CIA incontrarono funzionari di Jundallah.
I funzionari [americani] non sapevano se il programma israeliano per reclutare ed utilizzare Jundallah era in corso. Tuttavia, essi sono stati sbalorditi dalla sfacciataggine degli sforzi del Mossad.
“E’ incredibile ciò che gli israeliani pensavano, di poter farla franca“, ha detto l’ufficiale dell’intelligence. “Le loro attività di reclutamento erano quasi alla luce del sole. Ad essi apparentemente non fregava niente di quello che pensavamo“.
Le interviste con sei ufficiali dell’intelligence attualmente in servizio o da poco in pensione sugli ultimi 18 mesi hanno contribuito a riempire gli spazi vuoti delle operazioni israeliane di false flag. Oltre ai due ufficiali dei servizi segreti degli Stati Uniti, attualmente in servizio, l’esistenza di un’operazione israeliana di false-flag mi è stata confermata da quattro ufficiali dei servizi segreti in pensione che hanno prestato servizio nella CIA o che hanno monitorato le operazioni di intelligence israeliana da posizioni di rilievo all’interno del governo degli Stati Uniti.
Alla CIA e alla Casa Bianca è stato chiesto di commentare questa storia. Nel momento in cui questa storia è andata in stampa, non avevano risposto. Anche i servizi segreti israeliani – il Mossad – sono stati contattati, per iscritto e per telefono, ma hanno rinunciato a rispondere. Come politica, Israele non conferma né smentisce il suo coinvolgimento in operazioni di intelligence.
Non si può negare che ci sia una campagna segreta, sanguinosa, e in corso, per fermare il programma nucleare iraniano, anche se nessuna prova è emersa che colleghi i recenti atti di sabotaggio e le uccisioni in Iran a Jundallah. Molti rapporti hanno citato Israele come l’architetto di questa campagna segreta, che ha rivendicato la sua ultima vittima, l’11 gennaio, quando a Teheran un motociclista ha fatto scivolare un dispositivo magnetico esplosivo sotto l’auto di Mostafa Ahmadi Roshan, un giovane scienziato nucleare iraniano. L’esplosione ha ucciso Roshan, facendo di lui il quarto scienziato assassinato negli ultimi due anni. Gli Stati Uniti negano categoricamente di essere dietro questi omicidi.
Secondo un ufficiale in pensione della CIA, le informazioni sull’operazione di false-flag è stata segnalata alla catena di comando dell’intelligence statunitense. Ha raggiunto il direttore della CIA delle operazioni, Stephen Kappes, il suo vice Michael Sulick, e il capo del Centro del Controspionaggio. Tutti e tre questi funzionari sono ora in pensione. Il Centro di controspionaggio, secondo il suo sito web, ha il compito di indagare “le minacce rappresentate dai servizi segreti stranieri“.
Il rapporto poi è giunto alla Casa Bianca, secondo l’ufficiale dei servizi segreti degli Stati Uniti ancora in servizio. L’ufficiale ha detto che Bush “è andato su tutte le furie“, quando ha appreso i suoi contenuti.
“Il rapporto ha suscitato le preoccupazioni della Casa Bianca che il programma di Israele stava mettendo gli americani a rischio“, mi ha detto l’ufficiale dell’intelligence .
“Non c’è dubbio che gli Stati Uniti hanno cooperato con Israele in operazioni di spionaggio contro gli iraniani, ma questo era diverso. Non importa ciò uno pensi, non siamo in affari per assassinare funzionari iraniani o uccidere civili iraniani.”
Il rapporto di Israele con Jundallah ha continuato a far arrabbiare l’amministrazione Bush fino al giorno in cui ha lasciato l’incarico, ha osservato questo stesso funzionario dei servizi segreti [statunitensi]. Le attività di Israele hanno compromesso il fragile rapporto dell’amministrazione con il Pakistan, che si trovava sotto un’intensa pressione dell’Iran perchè reprimesse Jundallah. Hanno anche indebolito le dichiarazioni sostenute dagli Stati Uniti che non avrebbe mai combattuto il terrore con il terrore, e hanno invitato ad attacchi di quel genere contro il personale statunitense. “E’ facile capire perché Bush era così arrabbiato“, ha detto un ex ufficiale dell’intelligence. “Dopo tutto, è difficile entrare in contatto con un governo straniero, se sono convinti che stai uccidendo la loro gente. Una volta che inizi a fare questo, loro sentono di poter fare lo stesso.”
Un alto funzionario dell’amministrazione ha promesso di “togliersi i guanti” con Israele, d’accordo con un funzionario dei servizi segreti degli Stati Uniti. Ma gli Stati Uniti non fecero nulla – un risultato che l’ufficiale ha attribuito ad “inerzia politica e burocratica“.
“Alla fine,” ha osservato l’ufficiale, “era proprio più facile non far niente piuttosto che, lo sai, affondare la barca.” Anche così, almeno per un breve periodo, questo stesso ufficiale aveva annotato, che l’operazione del Mossad aveva innescato un dibattito che aveva creato divisione tra i teams della sicurezza nazionale di Bush, contrapponendo quelli che si chiedevano “giusto da che parte stanno questi ragazzi [in Israele]” a coloro che sostenevano che “il nemico del mio nemico è mio amico“.
Il dibattito su Jundallah è stata risolto solo dopo che Bush lasciò l’ufficio quando, nella sua prima settimana da presidente, Barack Obama ridimensionò drasticamente i programmi di intelligence congiunta israeliano-statunitensi per colpire l’Iran, secondo diversi ufficiali in servizio e in pensione.
La decisione è stata controversa all’interno della CIA, nella quale dei funzionari sono stati costretti a chiudere “delle operazioni chiave per la raccolta di informazioni di intelligence“, lo ha confermato un ufficiale della CIA andato recentemente in pensione. Questa azione è stata seguita nel novembre 2010 dall’aggiunta, da parte del Dipartimento di Stato, di Jundallah alla sua lista delle organizzazioni terroristiche straniere – una decisione che un ex ufficiale della CIA ha detto “è stata presa senza pensarci due volte“.
Dall’ordine iniziale di Obama, i servizi segreti americani hanno ricevuto l’autorizzazione di collaborare con Israele su una serie di operazioni segrete di raccolta di informazioni, focalizzate sul programma nucleare iraniano, secondo un funzionario attualmente in servizio. Queste operazioni sono di carattere squisitamente tecnico e non comportano azioni segrete per colpire le infrastrutture iraniane o la leadership politica o militare.
“Noi non facciamo bang e boom,” ha detto recentemente un ufficiale dell’intelligence in pensione. “E non conduciamo assassinii politici“.
Israele propone regolarmente di condurre operazioni segrete su obiettivi iraniani, ma sono altrettanto regolarmente chiuse, secondo ufficiali dell’intelligence [statunitense] in pensione e in attività. “Loro entrano nella stanza e spiegano i loro piani, e noi scuotiamo appena le nostre teste,” lo ha detto una fonte di intelligence di alto rango, “e noi gli diciamo: – Non andate neppure lì. La risposta è no.'”.
A differenza dei Mujahedin-e Khalq, Jundallah, il controverso gruppo terrorista di esuli iraniani che cerca il rovesciamento del regime di Teheran ed è sostenuto da ex leader politici degli Stati Uniti, è relativamente sconosciuto – ma altrettanto violento. Nel maggio 2009, un attentatore suicida di Jundallah si è fatto esplodere all’interno di una moschea a Zahedan, capitale del sud-est dell’Iran provincia del Sistan-Baluchistan al confine con il Pakistan, durante una festa religiosa sciita. Il bombardamento ha ucciso 25 iraniani e ferito decine di altri.
L’attacco ha fatto infuriare Teheran, che ha rintracciato gli autori in una cellula operativa in Pakistan. Il governo iraniano ha notificato ai pakistani della minaccia di Jundallah e li ha esortati a distruggere le basi del movimento lungo il confine iraniano-pakistano. I pakistani hanno reagito lentamente nelle zone di confine, alimentando i sospetti di Teheran che Jundallah fosse protetto dai servizi segreti del Pakistan […].
http://www.foreignpolicy.com/articles/2012/01/13/false_flag
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- False Flag
[13.01.2012] BY MARK PERRY
A series of CIA memos describes how Israeli Mossad agents posed as American spies to recruit members of the terrorist organization Jundallah to fight their covert war against Iran.
Buried deep in the archives of America’s intelligence services are a series of memos, written during the last years of President George W. Bush’s administration, that describe how Israeli Mossad officers recruited operatives belonging to the terrorist group Jundallah by passing themselves off as American agents. According to two U.S. intelligence officials, the Israelis, flush with American dollars and toting U.S. passports, posed as CIA officers in recruiting Jundallah operatives — what is commonly referred to as a “false flag” operation.
The memos, as described by the sources, one of whom has read them and another who is intimately familiar with the case, investigated and debunked reports from 2007 and 2008 accusing the CIA, at the direction of the White House, of covertly supporting Jundallah — a Pakistan-based Sunni extremist organization. Jundallah, according to the U.S. government and published reports, is responsible for assassinating Iranian government officials and killing Iranian women and children.
But while the memos show that the United States had barred even the most incidental contact with Jundallah, according to both intelligence officers, the same was not true for Israel’s Mossad. The memos also detail CIA field reports saying that Israel’s recruiting activities occurred under the nose of U.S. intelligence officers, most notably in London, the capital of one of Israel’s ostensible allies, where Mossad officers posing as CIA operatives met with Jundallah officials.
The officials did not know whether the Israeli program to recruit and use Jundallah is ongoing. Nevertheless, they were stunned by the brazenness of the Mossad’s efforts.
“It’s amazing what the Israelis thought they could get away with,” the intelligence officer said. “Their recruitment activities were nearly in the open. They apparently didn’t give a damn what we thought.”
Interviews with six currently serving or recently retired intelligence officers over the last 18 months have helped to fill in the blanks of the Israeli false-flag operation. In addition to the two currently serving U.S. intelligence officers, the existence of the Israeli false-flag operation was confirmed to me by four retired intelligence officers who have served in the CIA or have monitored Israeli intelligence operations from senior positions inside the U.S. government.
The CIA and the White House were both asked for comment on this story. By the time this story went to press, they had not responded. The Israeli intelligence services — the Mossad — were also contacted, in writing and by telephone, but failed to respond. As a policy, Israel does not confirm or deny its involvement in intelligence operations.
There is no denying that there is a covert, bloody, and ongoing campaign aimed at stopping Iran’s nuclear program, though no evidence has emerged connecting recent acts of sabotage and killings inside Iran to Jundallah. Many reports have cited Israel as the architect of this covert campaign, which claimed its latest victim on Jan. 11 when a motorcyclist in Tehran slipped a magnetic explosive device under the car of Mostafa Ahmadi Roshan, a young Iranian nuclear scientist. The explosion killed Roshan, making him the fourth scientist assassinated in the past two years. The United States adamantly denies it is behind these killings.
According to one retired CIA officer, information about the false-flag operation was reported up the U.S. intelligence chain of command. It reached CIA Director of Operations Stephen Kappes, his deputy Michael Sulick, and the head of the Counterintelligence Center. All three of these officials are now retired. The Counterintelligence Center, according to its website, is tasked with investigating “threats posed by foreign intelligence services.”
The report then made its way to the White House, according to the currently serving U.S. intelligence officer. The officer said that Bush “went absolutely ballistic” when briefed on its contents.
“The report sparked White House concerns that Israel’s program was putting Americans at risk,” the intelligence officer told me. “There’s no question that the U.S. has cooperated with Israel in intelligence-gathering operations against the Iranians, but this was different. No matter what anyone thinks, we’re not in the business of assassinating Iranian officials or killing Iranian civilians.”
Israel’s relationship with Jundallah continued to roil the Bush administration until the day it left office, this same intelligence officer noted. Israel’s activities jeopardized the administration’s fragile relationship with Pakistan, which was coming under intense pressure from Iran to crack down on Jundallah. It also undermined U.S. claims that it would never fight terror with terror, and invited attacks in kind on U.S. personnel. “It’s easy to understand why Bush was so angry,” a former intelligence officer said. “After all, it’s hard to engage with a foreign government if they’re convinced you’re killing their people. Once you start doing that, they feel they can do the same.”
A senior administration official vowed to “take the gloves off” with Israel, according to a U.S. intelligence officer. But the United States did nothing — a result that the officer attributed to “political and bureaucratic inertia.”
“In the end,” the officer noted, “it was just easier to do nothing than to, you know, rock the boat.” Even so, at least for a short time, this same officer noted, the Mossad operation sparked a divisive debate among Bush’s national security team, pitting those who wondered “just whose side these guys [in Israel] are on” against those who argued that “the enemy of my enemy is my friend.”
The debate over Jundallah was resolved only after Bush left office when, within his first weeks as president, Barack Obama drastically scaled back joint U.S.-Israel intelligence programs targeting Iran, according to multiple serving and retired officers.
The decision was controversial inside the CIA, where officials were forced to shut down “some key intelligence-gathering operations,” a recently retired CIA officer confirmed. This action was followed in November 2010 by the State Department’s addition of Jundallah to its list of foreign terrorist organizations — a decision that one former CIA officer called “an absolute no-brainer.”
Since Obama’s initial order, U.S. intelligence services have received clearance to cooperate with Israel on a number of classified intelligence-gathering operations focused on Iran’s nuclear program, according to a currently serving officer. These operations are highly technical in nature and do not involve covert actions targeting Iran’s infrastructure or political or military leadership.
“We don’t do bang and boom,” a recently retired intelligence officer said. “And we don’t do political assassinations.”
Israel regularly proposes conducting covert operations targeting Iranians, but is just as regularly shut down, according to retired and current intelligence officers. “They come into the room and spread out their plans, and we just shake our heads,” one highly placed intelligence source said, “and we say to them — ‘Don’t even go there. The answer is no.'”
Unlike the Mujahedin-e Khalq, the controversial exiled Iranian terrorist group that seeks the overthrow of the Tehran regime and is supported by former leading U.S. policymakers, Jundallah is relatively unknown — but just as violent. In May 2009, a Jundallah suicide bomber blew himself up inside a mosque in Zahedan, the capital of Iran’s southeastern Sistan-Baluchistan province bordering Pakistan, during a Shiite religious festival. The bombing killed 25 Iranians and wounded scores of others.
The attack enraged Tehran, which traced the perpetrators to a cell operating in Pakistan. The Iranian government notified the Pakistanis of the Jundallah threat and urged them to break up the movement’s bases along the Iranian-Pakistani border. The Pakistanis reacted sluggishly in the border areas, feeding Tehran’s suspicions that Jundallah was protected by Pakistan’s intelligence services […].
http://www.foreignpolicy.com/articles/2012/01/13/false_flag
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icittadiniprimaditutto ha detto:
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Orazio ha detto:
Che non sia invece un false flag all’incontrario?
Sembrerebbe che gli americani, siano dei poveri ignoranti, che si lasciano abbindolare sempre…. Mi sembra alquanto surreale se non una stupidaggine.
E’ chiaro che collaborano attivamente con Israele e con il Mossad, l’appoggio politico e totale ed incondizionato.
Pensare diversamente mi sembra molto fuorviante.
GilGuySparks ha detto:
Ci potremo giustamente chiedere perchè la CIA attraverso ufficiali in attività e in pensione ritiene opportuno infrangere la consegna abituale del più rigoroso silenzio per comunicare al mondo la sua distanza dai servizi israeliani…e in questo preciso momento storico.
La fuga pilotata di notizie dall’interno della CIA non è casuale e ha tutta l’aria di un messaggio diretto agli israeliani del Mossad.
Penso che sia fuorviante pensare che gli interessi statunitensi e israeliani siano sempre coincidenti…
Mi vengono in mente le immagini di quegl’israeliani ripresi ad abbracciarsi in preda ad un’irrefrenabile voglia di far festa davanti alle torri gemelle che crollavano…
di questi giorni:
Israel may push US into war with Iran
Israel pushing US to attack Iran
Putin ally fears Israel pushing US toward Iran war
mentre il Mossad attraverso Debka risponde:
US Intel: Tehran pushes Hizballah hard to attack Israel
Prendere per oro colato le parole della CIA sarebbe assolutamente imprudente, così come sono prive di credibilità le affermazioni dell’intelligence USA di non far uso di terrorismo e dell’omicidio selettivo di capi politici stranieri; la loro storia li smentisce pienamente.
CIA e Mossad collaborano attivamente ma non penso fondato che ci sia una completa identità di fini, obiettivi, mezzi e interessi…qualche volta sono coincisi ma spesso il Mossad gioca da solo ed è molto abile, maledettamente abile.
RedRoad ha detto:
fly ha detto:
A LEZIONE DAL MOSSAD
DI GIULIETTO CHIESA
giuliettochiesa.it/
Quante volte, discutendo dell’11 settembre, mi sono sentito rivolgere domande sul funzionamento dei servizi segreti e sulla loro possibile connessione con attentati terroristici. Ogni volta è difficile spiegare a pubblici inesperti come funzionano le cose. Non ne capiscono un acca nemmeno molti giornalisti.
I quali, infatti, da anni corrono dietro ad Al Qaeda, che è la sigla, il logo, che non ha dietro un bel niente se non le capacità inventive della CIA, del Mossad e dell’MI-5.
Non ne capisce molto nemmeno quel degno e ammirevole intellettuale critico che si chiama Noam Chomsky, figuriamoci. Per questo scrivo questa postilla alle istruttive rivelazioni che emergono dallo scandalo dell’assassinio, in Dubai, di Mahmoud Al-Mabhouh, uno dei principali dirigenti dell’ala militare di Hamas. In scena, ovviamente, il Mossad, ma la firma non la si troverà mai.
Nella foto: gli agenti del Mossad coinvolti nell’omicidio di Mahmoud Al-Mabhouh
Gl’imbecilli che continuano a pensare che i complotti non esistono, non possono ovviamente capire un mondo dove il complotto è diventato la regola generale, inclusa la finanza e l’economia. Ma basta dare un’occhiata nel mucchio delle cose che si vedono, per capire come funzionano queste operazioni. Lasciamo stare i passaporti veri, rubati, con le foto false. A parte il fatto che il trucco ricorda da vicino quello che venne usato per rivelare le identità dei 19 terroristi presunti dell’11 settembre: questo è l’abc delle spie. Ma guarda invece chi ha partecipato all’operazione in Dubai.
Nota 1 – Il Mossad è imbottito di agenti arabi. Così come di ogni altra nazionalità immaginabile, in ogni scenario. Ma questo è solo il primo strato. Ce ne sono molti altri. Per esempio nelle indagini in Dubai sono incappati due ex funzionari della polizia politica palestinese (Ahmad Hasnain e Awar Shekhaiber). Nota l’”ex”. Lo erano. Adesso sono businessmen in Giordania. Si fa sempre così. E’ la forma di outsourcing dei servizi segreti. Comunque sappiamo che il Mossad ha suoi uomini direttamente nei gangli vitali dell’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen. La quale è interamente al soldo della CIA. Si chiama infiltrazione. E poi andate a chiede ad Hamas di fare pace con Al Fatah: se vi ridono in faccia è perchè sono gentili.
Nota 2 – Ma non penserete mica che il Mossad abbia le sue mani così corte da fermarsi agli amici degli amici! Infatti ha infiltrati anche dentro Hamas. E’ finito in carcere, in Siria, uno dei più vicini consiglieri di Khaled Mashaal, il capo di Hamas. L’accusa è di essere stato la talpa per liquidare Mahmoud Al Mabhouh.
Nota 3 (storica) – A parte lo stranissimo “anarchico” Gianfranco Bertoli, che tirò la bomba contro la folla che stazionava attorno alla Questura di Milano dopo il passaggio dell’allora premier mariano Rumor (“anarchico” proveniente da un kibbuz israeliano, ex agente – per ammissione esplicita di Niccolò Pollari – prima del SIFAR e poi del SID), torna alla mente la rivelazione che Giovanni Galloni, stretto collaboratore di Aldo Moro, fece dopo l’assassinio dello statista democristiano. Sono le parole pronunciate da Aldo Moro in persona prima di essere rapito e ucciso: “La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti, sia americani che israeliani, hanno infiltrati nelle Brigate Rosse, ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati”.
Lo ricordo perchè tutti (in particolare i più giovani) si guardino dalle sciocchezze che circolano e non mi chiedano più se io penso che CIA e Mossad avessero infiltrati nei gruppi terroristici che parteciparono all’11 settembre. Certo che li avevano! E che li hanno! Dunque ogni volta che un attentato produce morte e paura ricordatevelo sempre: loro come minimo sapevano, come massimo hanno partecipato. La percentuale azionaria varia da caso a caso.
Giulietto Chiesa
Fonte: http://www.giuliettochiesa.it/
Link: http://www.giuliettochiesa.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=185:a-lezione-dal-mossad&Itemid=7
antiglobb ha detto:
L’abbattimento delle Torri Gemelle non è stato un inside Job.
E’ inconcepibile che lo Stato che ha inventato il capitalimo faccia esplodere proprio gli edifici che lo simboleggiano e provochi la morte di migliaia di americani.
Decine di testimoni hanno deposto davanti alle autorità giudiziarie americane che le cose non sono andate così. Ho letto le loro deposizioni e ho avuto subito la conferma della giustezza della mia tesi.
Gli americani sono stati costretti a ricorrere a quella versione, perché si è capito subito che gli aerei che si avventano sulle torri gemelle erano i soliti ologrammi sintonizzati con le esplosioni causate da un’arma segreta.
Sulle incongruenze dell’inside job sono stati scritti, inoltre, numerosi libri.
Non ti sembra poi strano che sono 10 anni che si gira intorno a duesole ipotesi: attacco degli aerei arabi o inside job?
Per quale motivo nessuno avanza un’ipotesi diversa? E come mai non si è ancora arrivati alla verità?
Ti sei chiesto, infine, perché il declino degli US e il collasso della loro economia è cominciato proprio da quel giorno, mentre Russia e Cina da quel giorno hanno preso il volo come Potenze economiche e militari?
fly ha detto:
Antiglob, non ho ben capito cosa pensi dell’11 sett.
“non è stato un inside Job”
“gli aerei che si avventano sulle torri gemelle erano i soliti ologrammi sintonizzati con le esplosioni causate da un’arma segreta”
Chi ha abbattuto le torri gemelle e perchè?
Qual’è la tua ipotesi alternativa?
Sono aperto a valutare spiegazioni differenti, dettaglia se hai voglia.
2freak ha detto:
Mossad e 11 settembre
Cinque arabi — o meglio, individui vestiti da arabi — furono visti esultare, danzando, subito dopo che le torri del World Trade Center furono colpite da aeroplani.
Più tardi quello stesso giorno la polizia localizzò il loro furgone, li fermò, scoprendo che in realtà erano ex-militari dell’esercito israeliano, e non arabi.
All’interno del furgone furono rinvenuti alcuni vestiti da arabi, oltre a taglierini, armi, e i loro passaporti scaduti; si trovavano quindi negli Stati Uniti illegalmente. Furono arrestati e detenuti in un carcere federale a Brooklyn.
Su di loro comunque non furono fatte indagini. Al contrario, vennero scarcerati e rimpatriati in Israele. Circa altri 60 giovani israeliani furono arrestati nelle settimane seguenti l’attacco dell’11 settembre; anche loro furono rimpatriati in Israele senza essere indagati.
http://www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn?pagename=article&node=&contentId=A3879-2001Nov22
Molti mesi dopo, alcuni articoli riportarono che circa 200 giovani israeliani, alcuni dei quali membri di unità di servizi segreti militari, erano stati arrestati e rimpatriati in Israele senza che venissero indagati.
• http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2002/03/07/wspy07.xml&sSheet=/news/2002/03/07/ixworld.html
• http://www.erichufschmid.net/TFC/haaretzdaily-Israeli-spies.html
Agli agenti israeliani esultanti sorpresi a fotografare gli attacchi al World Trade Center (nel seguito, WTC) fu concesso di rimpatriare in Israele dove, a un programma radiofonico, hanno divulgato lo scopo della loro missione: “Il nostro scopo era documentare l’evento.”
La notizia sensazionale dei 5 israeliani sospetti che sono stati visti festeggiare mentre filmavano l’attacco al World Trade Center è stata riportata [in USA] a livello nazionale inizialmente dall’American Free Press subito dopo l’11 settembre. ABC News di recente ha riportato tale notizia e ha aggiunto un commento che merita attenzione.
The Forward, un rispettato giornale di New York, ha riportato che almeno due di quegli uomini erano agenti dei servizi segreti israeliani (il Mossad). Gli agenti israeliani sono stati visti per la prima volta filmare l’attacco al WTC inginocchiati sul tetto di un furgone bianco stazionato nell’area parcheggio di un condominio al di là del fiume [Hudson], dal quartiere Lower Manhattan.
“Sembrava che stessero riprendendo le scene di un film,” disse una signora della zona che li aveva notati e che prosegue: “Stavano riprendendosi in video e in fotografie con lo sfondo del World Trade Center in fiamme.” Cosa mi colpì furono le espressioni dei loro volti; aggiunge: “Erano come contenti, sapete… Non mi sembravano sconvolti. Ho pensato che fosse molto strano.”
La signora ritenne tale comportamento sospetto a tal punto da prendere la targa del furgone e chiamare la polizia. Presto l’FBI raggiunse il posto; viene emanato un dispaccio in tutto lo stato del New Jersey che segnala tale furgone.
Il furgone apparteneva una ditta [di traslochi, ndt] di facciata del Mossad chiamata Urban Moving Systems. Circa alle 4 di pomeriggio dell’11 di settembre, quel furgone viene fermato e cinque israeliani, Sivan e Paul Kurzberg, Yaron Shmuel, Oded Ellner, e Omer Marmari, tutti di età compresa tra i 22 e i 27 anni, sono arrestati mentre sono tenuti sotto tiro. Uno di loro ha 4,700 dollari in contanti nascosti in un calzino, mentre un altro aveva due passaporti stranieri. Nel furgone vengono ritrovati alcuni tagliacarte.
“NON SIAMO IL VOSTRO PROBLEMA”
Secondo il rapporto della polizia, uno degli uomini disse che erano stati nella West Side Highway in Manhattan “durante l’incidente” — riferendosi all’attacco al World Trade Center. Sivan Kurzberg, l’autista, disse: “Siamo israeliani. Non siamo il vostro problema. I vostri problemi sono i nostri problemi. I palestinesi sono il problema.”
Il caso fu assegnato alla sezione dell’FBI per il controspionaggio straniero poiché l’FBI riteneva che la Urban Moving Systems fosse “un’azienda di facciata per un’operazione dei servizi segreti israeliani,” come riporta l’ABC News.
Mentre l’FBI perquisiva gli offici di quella ditta a Weehawken, nello stato del New Jersey, prelevando casse piene di documenti e una dozzina di dischi rigidi dai computer, al titolare dell’azienda, Dominic Suter, fu permesso di fuggire all’estero. Quando gli agenti dell’FBI hanno provato a interrogare Suter per la seconda volta, scoprirono che si era svignato dalla sua casa in New Jersey ed era fuggito in Israele.
Quando i giornalisti dell’ABC News hanno visitato la Urban Moving Systems, “sembrava che fosse stata chiusa in gran fretta. C’erano telefoni cellulari sparsi alla rinfusa; i telefoni degli uffici erano ancora allacciati e nel magazzino giacevano i beni di dozzine di clienti.”
Gli israeliani sono stati trattenuti al Metropolitan Detention Center [letteralmente, Centro metropolitano di detenzione] a Brooklyn per essere in possesso di visti turistici scaduti e per aver lavorato illegalmente negli Stati Uniti. Due settimane dopo il loro arresto, un giudice con giurisdizione su questioni d’immigrazione ha ordinato che venissero rimpatriati; l’ABC News riporta che agenti dell’FBI e della CIA a Washington bloccarono quel provvedimento.
I cinque vennero imprigionati per più di due mesi. Alcuni di loro furono messi in isolamento per 40 giorni e sottoposti fino a 7 volte alla macchina della verità. Uno di loro, Paul Kurzberg, rifiutò di sottoporsi alla macchina della verità per 10 settimane; alla fine ha accettato ma la macchina ha rivelato che mentiva, stando a quanto dichiarato dal suo avvocato.
“Il NOSTRO SCOPO ERA DOCUMENTARE L’EVENTO”
Un patto fu stipulato tra agenti governativi israeliani e statunitensi dopo 71 giorni; i cinque israeliani furono quindi messi su un aereo e deportati in Israele.
Gli israeliani precedentemente detenuti, una volta tornati in patria, hanno discusso a un talk show di una televisione israeliana la loro disavventura negli Stati Uniti. Uno di loro disse: “Il punto è che veniamo da uno stato che quotidianamente soffre atti di terrorismo. Il nostro scopo era documentare l’evento.”
antiglobb ha detto:
E’ possibile che non sappiamo fare altro che riportare le notizie che vogliono far filtrare e schierarci con una ipotesi o con l’altra?
E’ ovvio che non potremo mai affermare che le cose sono andate così e non si discute più. Ma almeno cerchiamo di mettere in moto il cervello per portare avanti un ragionamento logico.
Se non è stato un lavoro dall’interno, deve esserlo stato dall’esterno.
Se non stati gli arabi a idearlo e realizzarlo, deve essere stato qualcun altro.
A questo punto si ferma ogni discussione e ci si rassegna a non sapere mai la verità.
Secondo voi non esistono Paesi militarmente più avanzati degli arabi? Non ci sono Paesi che possiedono ordigni nucleari capaci di abbattere un edificio in un Paese nemico? E’ possibile che solo gli arabi sono in grado di violare le difese aeree americane?
La propaganda americana e dei giornalisti venduti filoamericani, che dovrebbero essere messi tutti al muro, ci ha inculcato l’idea che l’America è onnipotente, mentre il resto del mondo è un ammasso di dementi che tremano al pensiero che potrebbero essere distrutti solo se lo volesse.
Avete letto che sulle Torri ci sono fori di entrata e uscita perfettamente circolari del diametro di sei metri?
Avete letto che sono stati trovati e subito fatti sparire i resti di missili del diametro di sei metri?
Conoscete il diametro degli SS 18 Satan realizzati una decina di anni fa e adesso resi ancora più potenti?
Vi ricordate che gli US pochi anni prima avevano fatto cadere il Muro corrompendo i politici stupidi presenti nei Paesi dell’Est e Ovest europeo?
Lo sapete che un Moskit russo è in grado di affrondare una portaerei distante centinaia di Km. nello spazio di 140 secondi?
Avete mai sentito parlare di Bulava, Iskander, Topolm e roba del genere?
Lo sapete che negli ultimi tempi russi e cinesi hanno affondato decine di sommergibili nucleari e portaerei e abbattuto altre decine di aerei americani?
Lo sapete che tre anni fa una flotta di sommergibili americani è stata cacciata fuori dal Golfo Persico dalla Marina iraniana con l’aiuto di sommergibili russi e cinesi?
Lo sapete che i cinesi hanno abbattutto un aereo spia americano e affondato due navi US che erano venute a riprenderselo?
Avete letto quante petroliere di Paesi alleati degli US sono state spezzate in due e hanno perso il loro carico, l’ultima al largo della costa sudcoreana, non si sa da chi e come?
Pensate che la Concordia è naufragata venerdì 13 per imperizia del capitano?
Potrei andare avanti per ore, ma temo di annoiarvi. Per adesso dunque fermiamoci quà.
“L’America è fottuta” è uno slogan che i giovani russi vanno urlando allegramente nelle piazze da diverso tempo. Se attaccherà l’Iran, lo farà solo perché in preda alla disperazione.
GilGuySparks ha detto:
MO: annullate esercitazioni Usa-Israele
Radio militare: sullo sfondo, le tensioni con l’Iran
15 gennaio, 19:39
MO: annullate esercitazioni Usa-Israele (ANSA) – TEL AVIV, 15 GEN – E’ stata annullata una grande esercitazione che, nel maggio prossimo, avrebbe dovuto coinvolgere migliaia di militari israeliani e statunitensi nella simulazione di scenari di difesa delle retrovie di Israele.
Sullo sfondo della decisione, dice la Radio Militare, timori di acuire tensione con l’Iran.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/01/15/visualizza_new.html_45038560.html
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Drumbeats of War – U.S. and Israel Fall out… Apparently
Austere Challenge 12 (see previous post U.S. Troops Deploy in Israel) cancelled over U.S. and Israeli difference about Iran sanctions, Iran preemptive strike, Iran war… according to Israeli sources with military connections.
The cancellation by the Obama administration was sudden and was said to have been done specifically to disassociate America from any strike on Iran that Israel may be – apparently is – planning. The White House is saying that Israel is on its own in that venture. If they choose to pursue war with Iran, we will not help, and ‘Israel alone would be accountable’ for their actions.
Of course that is not real world thinking. Iran will retaliate against U.S. forces in the Middle East (and they have been inferring also in America itself) if the Israelis mount an attack, no matter how ‘disassociated’ President Obama wants to be. We’re too tightly tied to Israel in the minds of the Iranians. Even if we were not tied to Israel, there would be Iranian retaliation against America. We have been against Iran for too long… perhaps in the name of Israel, perhaps for our own benefit. Whatever. The U.S. association with Israel cannot be disassociated in a moment, not in a year, not in several years.
Besides that, it is really difficult to convince anyone that the U.S itself is not preparing to strike Iran… perhaps by ourselves, perhaps in association with Israel… whatever we say publicly.
There has been no mention of what will happen with the 9,000 American service personnel who have already been deployed in Israel for Austere Challenge and beyond. There has been no retraction of the announcement that Chairman of the U.S. Joint Chiefs of Staff will be in Israel on Thursday to meet with his Israeli counterpart.
The Israeli sources mentioned above continue to say the USS John Stennis Battle Group is still south of the Strait of Hormuz along with the USS Carl Vinson Battle Group. Just now they also mentioned the USS Abraham Lincoln Battle Group for the first time recently. They now agree with U.S. military sources that Abraham Lincoln is also on its way to join Vinson. No definitive word as to when Lincoln will arrive. If all of this is true, there will soon be three supercarriers and their associated Battle Groups on station against Iran, plus all the other U.S. assets already positioned throughout the Middle East.
Israeli sources say a reason, or perhaps the main reason, President Obama wants to disassociate from Israel is so we can control the upcoming war without having to worry if Israel will go too far in prosecuting it. Fuzzy thinking at best. Once the feathers start flying it will be more than difficult to stuff them back into the bag. In for a penny, in for a pound. And other cliches that mean if shots are fired in anger, the chances of a Middle East regional war is almost certain, and the chances of it spiraling out of control into a World War is very high.
http://disasteremergencysupplies.com/snafu/2012/01/drumbeats-of-war-us-and-israel-fall-out-apparently/
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antiglobb ha detto:
A quanto pare avevo ragione io. Sono passati dalle minacce di distruzione di tutti i loro nemici in un sol colpo allo scambio di lettere, come fidanzatini che fanno pace. Che figura!!!
Forse qualcuno gli avrà fatto capire – da soli non li ritengo capaci di tanto – che si erano spinti troppo avanti e correvano il rischio di finire nel WC della storia.
In caso caso è meglio così.
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